“Marat/Sade”: un talk show tra Napoleone e Berlusconi

Marat/SadeSi conclude con il Coro che canta «Meno male che Bonaparte c’è» il blob attraverso il quale il regista Carlo Cerciello assembla la sua personale rielaborazione del Marat/Sade di Peter Weiss. Un concitato (s)montaggio giocato sulla “destrutturazione culturale nell’Italietta telecratica del XXI secolo” (come recita il sottotitolo dello spettacolo) in cui le radicali implicazioni politiche sono filtrate dal principale strumento di alienante controllo delle coscienze. Indovinato? L’essenza (o l’essenziale) da cui trae origine e compimento l’impianto ideologico e la struttura scenica dell’allestimento è la spettacolarizz/azione della realtà nel ventennio fascista, pardonberlusconiano. L’autore tedesco aveva ambientato il dramma durante l’epoca napoleonica nell’ospedale psichiatrico di Charenton, Cerciello lascia che germini all’interno del suo alter ego moderno: un set televisivo. Ogni personaggio qui rappresenta, in un viceversa sardonico, il ruolo derivante dal testo primigenio – Sade, Charlotte Corday, Duperret, Jacques Roux, Coulmier, Simonne Evrard – e l’esasperazione grottesca di gesti, costumi, musica, recitazione, costantemente e volutamente ultra dicenti “indossati” dal presentatore in bilico tra ricerca dell’audience e (auto)censura; due veline/vallette e altrettante drag queen molto in carne; dall’attrice il cui talento è inversamente proporzionale alla sua procacità; dal cantautore moralizzatore; dai neomelodicamorristi, dal direttore di rete (ignor)abilmente arrogante, da quattro sexy suore; dal rissoso pubblico partecipante. Ad eccezione di Jean-Paul Marat, in carrozzella e al femminile (“la sinistra”), il cui spirito progressista e rivoluzionario si contrappone all’estremo individualismo e anarchismo impersonato da Sade, il destino collettivo è ormai irrimediabilmente segnato, in negativo. E se il Marat/Sade è il dramma che più puntualmente esprime il carattere autobiografico di tutta l’opera di Weiss, la medesima equazione si può anche adottare per questo Talk Show rispetto al suo ideatore.

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