“La morte della bellezza”: quattro attrici per Patroni Griffi

Quattro leggii sono l’unica scenografia, resi viventi da un accordo di morbide e graffianti voci che illuminano il palcoscenico e rendono irresistibile “La morte della bellezza”, romanzo classico e storico di Giuseppe Patroni Griffi. Lo spettacolo, diretto da Nadia Baldi, anche interprete accanto a Franca Abategiovanni, Marina Sorrenti, Lia Zinno, sarà in scena, dal 16 al 21 ottobre (da martedì a sabato, ore 21 – domenica, ore 17), al Teatro Mille Lire di Roma. La vicenda ruota attorno all’amore omosessuale fra due giovani, sullo sfondo di una Napoli in piena guerra e sotto i bombardamenti aerei; amore sensuale e sentimentale, controverso e negato, che l’atmosfera crudele e incantata di una città fatale rende simbolico come le fiamme che la esaltano e distruggono. Da questo scenario emerge il conflitto fra l’educazione sentimentale e la celata omosessualità del sedicenne Eugenio che, insidiato dal giovane tedesco Lilandt, prima lo rifiuta e poi si getta impetuosamente in un legame amoroso. Nella Napoli del ‘43 brucia la storia di due giovani la cui straordinaria bellezza ha come sfondo una città contraddistinta, quaranta anni fa, dallo splendore di Posillipo e del mare…meglio che i Caraibi. La mimesi linguistica, presentata con grazia e ironia dalle quattro protagoniste, celebra la consacrazione, da parte di Eugenio e Lilandt, ai sensi del corpo, alla voluttà di un amore tormentato, negato e in seguito bramato. Ebbe la sensazione che tutta quanta la sua vita, con la rapidità di una fisarmonica che si chiude, si concentrasse per arrivare a questo momento. “La morte della bellezza”, nel riadattamento, rispetta ed esalta lo “stile d’acqua” di Patroni Griffi che, associato alla capacità da parte delle interpreti nel trattare con una rara attitudine gestuale e vocale un argomento così delicato, scorre fluente come acqua. La rielaborazione del testo di Nadia Baldi evidenzia l’abilità femminile nel raffigurare, con destrezza e maestria, l’avvenenza e la riluttanza di un amore maschile. Una nota caratteristica si concentra sull’ironia di brani musicali – composti da Andrea Bonioli e Roberta Rossi ed eseguiti dal vivo – che irrompono prepotentemente nella scrittura scenica adeguandosi alla situazione ambientale concreta di una città sempre sospesa tra farsa e realtà.

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