“‘A sciaveca”: una tragedia popolare senza redenzione

a sciavecaRovesciare per sprigionare senso. E’ questo il tumulto essenziale e urgente che anima Mimmo Borrelli, autore nonché interprete de ‘A sciaveca, terzo stadio evolutivo di un progetto dalla forma “compibile”. Rovesciare, appunto: l’imbarcazione che appare dentro la scena, con i suoi pescatori di frodo e, al contempo, vomitare fuori il magmatico vernacolo di Torregaveta con cui è scritta quest’opera strutturata in un prologo, dieci pianti e un epilogo in endecasillabi sciolti. Rovesciare in un ossimoro iconoclasta quella greve leggerezza di pietre sospese dall’alto quasi fossero galleggianti della stessa “sciaveca”, la rete da strascico per la pesca sotto-costa, lorda di fanghiglia e alghe. Con il suo incedere scomposto, come l’immagine della morte che ne scandisce i versi, e il sangue che fa sgorgare e il deserto che richiama e lo sconforto che la muove – la vicenda narrata è pura tragedia popolare senza redenzione alcuna – ‘A sciaveca è un cuore pulsante, una struttura performativa in fieri, uno spartito da mettere in crisi durante l’esecuzione, e con esso i suoi interpreti. Ciò nella tensione a farsi poesia della scrittura di Mimmo Borrelli bagnata dal Mare che egli impersonifica (con un lungo bastone in mano a suggerire icasticamente onde, corrente, risacca, gorgo, shakespeariana Tempesta), metafora per “l’educazione cristiana, il senso di colpa, i giusti vinti dalle ingiustizie, le stragi reazionarie, le guerre, gli amori, gli intrighi, gli aborti della nostra civiltà”. Anche quando entrano in scena il simbolo o il sogno, il loro proliferare trova tessuto poetico nel mito di una teatralità che definisce e purifica un parlato plebeo e duro, amalgamato su frammenti di linguaggio dalla struttura arcaica. Un “canto a ghiastemma” che, attraversando territori im-popolari, compie il suo percorso dantesco, elaborando un’estetica mutuata dai dipinti di Hieronymus Bosch, negli s-confinamenti di una scrittura che si stratifica con una densità devastante per infrangersi lungo quel litorale flegreo da cui è partorita.

‘A SCIAVECA tragedia in versi in lingua flegrea di Mimmo Borrelli. Training e studi sul movimento di Marina Rippa. Scene di Tiziano Fario. Luci di Maurizio Viani. Costumi di Enzo Pirozzi. Musica in scena di Antonio Della Ragione, Lorenzo Niego, Guido Sodo. Regia di Davide Iodice. Con Mimmo Borrelli, Floriana Cangiano, Davide Compagnone, Vincenzo Del Prete, Massimo De Matteo, Piergiuseppe Arancione, Angelo Laurino, Stefano Miglio, Marco Palumbo, Michele Schiano di Cola. Produzione Mercadante Teatro Stabile di Napoli

 

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